Infallibile il papa? Perché?

1653466_722309674455522_1866375025_nIl dogma dell’infallibilità pontificia venne stabilito da Pio IX con il Concilio Vaticano I che con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus venne a sanare di fatto una crepa che si era aperta nella cattolicità qualche anno prima con la proclamazione del dogma della Immacolata Concezione. Il dogma proferito ex cathedra dallo stesso Pio IX nel 1854, stabiliva che la madre di Gesù, per il semplice fatto di essere stata scelta come grembo del Salvatore, era stata preservata fin dalla creazione del mondo dalla colpa originale del peccato di Adamo che aveva sancito lo stato di inimicizia tra Dio e gli uomini. Maria entrava così nel ruolo di corredentore del mondo assieme al figlio, e come tale preservata dalla colpa e dal peccato. Questo veniva stabilito come dogma di fede, e questa proclamazione lacerò le coscienze di molti cattolici. Perché ogni dogma di fede nella bimillenaria storia della chiesa era stato stabilito dai Concili, come era già successo a Nicea quando venne proclamata la divinità di Gesù, anche in assenza del papa di Roma.   Pio IX veniva a rompere quindi il rapporto sinodale con gli altri vescovi in quanto si arrogava, per la prima volta nella storia del cattolicesimo romano, il potere di proclamare da solo, dalla cattedra di Pietro, un dogma a cui tutti i cattolici dovevano piegarsi in obbedienza e in fede. Tralasciamo anche le polemiche che interessavano anche l’oggetto della proclamazione, cioè l’Immacolata concezione, e concentriamoci sull’evento infallibilità. Apertosi il vulnus del disaccordo con i suoi vescovi e la base, il papa convocò il Concilio Vaticano I°, che in periodo di restaurazione dell’assolutismo monarchico nella vita civile, non poteva non assumere anche questo significato nella vita religiosa. Il concilio avrebbe sancito la supremazia assoluta del papa rispetto ai vescovi, di poter decidere sulle questioni della fede, anche senza parere degli stessi vescovi, proprio in virtù di un riconoscimento di tale potere tratto dal vangelo nei passi di Giovanni 20, Matteo 18, Giovanni 21, Luca 22,31 ,in cui si da ai discepoli il potere di legare e sciogliere, e a Pietro quello di pascere il gregge, e una fede che Gesù assicura non verrà mai meno. Alla luce di una secolare interpretazione di questi passi in cui tutto è visto come rafforzamento di un mandato pieno ai  successori di Gesù, Pio IX si proclama con la costituzione Pastor Aeternus infallibile per volontà e grazia di Dio:

Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l’approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa.

Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema.

Le conseguenze furono molteplici e non tutte positive, sia dal punto di vista teologico, sia per quelle politiche. Già la proclamazione del dogma nel 1854 aveva allontanato alcune confessioni cristiane dalla chiesa di Roma.

Il dogma, voluto fortemente da papa Pio IX su prevalente ispirazione dei Gesuiti suscitò le proteste degli ambienti laici del tempo e anche di una parte di quelli religiosi. Benché fortemente avversato dalla curia romana, esisteva infatti un cattolicesimo liberale, tanto che una significativa minoranza dei padri del Concilio (prevalentemente francesi e tedeschi) preferì abbandonare Roma per non dare voto contrario al momento dell’approvazione, pur non sottraendosi all’accettazione del medesimo una volta approvato. Invece una piccola parte di vescovi dell’Europa centrale fuoriuscì dalla Chiesa di Roma dando vita allo scisma vetero cattolico, basato sul rifiuto del dogma dell’infallibilità. Già nel 1855 dopo la proclamazione della Immacolata Concezione, il Re Vittorio Emanuele II e i liberali cattolici vennero scomunicati, così che le conseguenze politiche della questione si allargarono fino al famoso NON EXPEDIT cioè non conviene ai cattolici partecipare alle elezioni politiche del 1868, e alla presa di Roma nel 1870, in cui decadeva il potere temporale dei papi, con Pio IX che si dichiarò prigioniero dello stato italiano. L’anno della liberazione di Roma, e della caduta del potere temporale dei papi, interruppe il Concilio ma non le sue conseguenze. Anzi si aggravò una situazione politica quasi insostenibile per il nascente stato italiano, con una questione romana sempre aperta che fu sanata con Mussolini un cinquantennio dopo. Ma l’infallibilità del papa continua a far discutere e a dilaniare le coscienze dei cattolici. Specie di coloro che la vedono con occhio critico e vorrebbero una chiesa aperta anche alla base, sinodale sul modello di quelle nord europee, e non accentratrici con una curia che nel bene e nel male ha un forte potere di pressione sul pontefice in carica.

Da parte nostra, credenti poco obbedienti, il dogma in questione assieme a quello della immacolata concezione poco o nulla conta ai fini della nostra ricerca di una fede che cerca di vivere evangelicamente la missione di Gesù affidata ai suoi successori: non il potere di perdonare i peccati, come dice certa chiesa, ma la responsabilità di accogliere o meno nella comunità dei credenti coloro che chiedono di entrarvi a farne parte. Una responsabilità che è di tutti, e non potere di alcuni

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.