IL FIGLIO DELL’UOMO NEL VANGELO DI MARCO

IL FIGLIO DELL’UOMO NEL VANGELO DI MARCO
X^ settimana biblica –
Montefano 30/06/2003 – 05/07/2003 PADRE ALBERTO MAGGI.

Non so niente di Dio se non quello che vedo in Gesù. E il Gesù dei vangeli è uno che instancabilmente comunica vita a tutti quanti, indipendentemente dalle risposte che riceve. Dio, il Dio che ci fa conoscere Gesù, è comunicazione incessante, continua e crescente di vita. Attraverso questa comunicazione d’amore, succede qualcosa di straordinario, l’uomo scopre che Dio è amore, un Padre che comunica vita senza limiti, senza riserva e che l’uomo è oggetto preferenziale di questo amore. Questo non fa che portare l’individuo all’accettazione di sé stesso, perché, se è Dio stesso che ti ama, come puoi non accettarti, come puoi non essere contento di quello che sei, così come sei, perché tu sei l’oggetto preferenziale dell’amore di Dio? Quindi c’è la comunicazione dello Spirito, che è amore e vita. L’uomo scopre attraverso questa esperienza, che Dio è amore, un Padre che gli comunica un amore senza limiti né riserve. Si sente oggetto di questo amore e comporta – e questo è il primo passo che il credente deve fare – l’accettazione di sé stesso, qualunque sia la propria situazione di vita. Tu sei oggetto di amore incondizionato da parte di Dio.“In te l’amato” l’amato ha il significato di figlio unico o di erede, Gesù ha tutta la comunicazione dello Spirito come quella che ha Dio, “in te ho posto il mio favore”. Questa è una citazione del profeta Isaia, era la consacrazione del Messia. Alla fine del vangelo, un’espressione identica c’é nella frase del centurione. Il centurione, visto lo spirare di Gesù, lui miscredente, vedendo una qualità d’amore che supera tutte le altre, arriva a capire che in quest’uomo c’è qualcosa di diverso. Quello che non hanno capito i famigliari, quello che non hanno capito i discepoli, lo capisce per la prima volta un centurione. Questo episodio importantissimo del battesimo di Gesù è quello che costituisce Figlio dell’uomo. Da questo momento Figlio dell’uomo significa l’uomo che raggiunge la pienezza della condizione umana che coincide con
quella divina. C’è una fusione tra le due condizioni, e Gesù è ’uomo-Dio, pienamente Uomo, pienamente Dio. Nella sua umanità si manifesta la sua divinità e nella divinità di Gesù si manifesta tutta la sua umanità: non è possibile scindere le due parti. Gesù non fa, come dirà Paolo nelle sue lettere, un tesoro geloso di questa sua condizione, ma inizierà cercando persone alle quali comunicare. Gesù, l’Uomo-Dio, non è geloso di questa sua condizione divina ma ad ogni persona che incontra desidera comunicare il suo Spirito. Come lo comunica? Lo vivremo in maniera particolare venerdì, nel corso dell’eucaristia. L’effusione dello Spirito – il battesimo nello Spirito – secondo l’evangelista avviene al momento dell’eucaristia: quando si beve il vino che è il sangue di Gesù, l’interiorità di Gesù, significa che si assorbe la stessa vita di Dio. Il battesimo nello Spirito, l’effusione dello Spirito che Gesù farà, è il momento dell’eucaristia che in Marco ha un aspetto particolare. Gesù si offre come pane e si offre come vino, ma mentre non dice “mangiare di
questo pane” – poi Riccardo vi spiegherà venerdì il significato della cena – mentre non si dice che è stato mangiato il pane, si dirà che è stato bevuto il vino. Bere il vino comporta anche l’accettazione del pane. Gesù, pieno di vita, pieno di vita di Dio, cerca persone con le quali iniziare un nuovo progetto. Questo cambia completamente l’idea di Dio che la religione ha creato: un Dio inaccessibile, un Dio inavvicinabile, un Dio sempre disgustato dell’uomo, un Dio pronto a castigarlo. In Gesù si mostra un Dio -come ho detto prima – non buono, ma esclusivamente buono che desidera soltanto comunicarsi all’uomo, essere accolto come forza d’amore che, cancella il passato che ha bloccato questa trasmissione di vita e infonde un’energia di vita per iniziare una vita nuova. Un Dio del genere non era possibile rifiutarlo. E gli evangelisti hanno chiamato questo messaggio di Gesù “la buona notizia”

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.