COS’È IL PECCATO

COS’È IL PECCATO
XXI INCONTRO BIBLICO
tenuto da Alberto Maggi
Assisi, settembre 2013…

Il peccato nasce per discolpare Dio dei mali dell’umanità. Abbiamo visto la prima sera che il problema il male e l’uomo non sa rispondere, allora mentre in passato si credeva a un dio autore del bene e del male poi progressivamente Dio è l’autore soltanto del bene e rimane il male colpa del peccato degli uomini. Quindi per discolpare Dio si è incolpato l’uomo e l’uomo cosa a fatto? Per discolpare se stesso l’uomo ha incolpato la donna, dalla prima all’ultima pagina della Bibbia la colpa di tutti i mali è sempre delle donne. Rifiutata la colpa nel giardino terrestre dove è entrata la morte nel mondo e così via anche tutte le più grandi malefatte, i più grandi peccati la colpa era sempre delle donne. Ebbene con i vangeli si volta pagina, mentre nell’AT la donna viene incolpata di tutti i mali e anche della presenza della morte, con il vangelo di Gesù è proprio grazie ad una donna che nasce l’autore della vita; Gesù, in ogni Chiesa c’è la natività di Maria, che è importante appunto perché mentre i personaggi maschili dei vangeli tranne un paio di eccezioni sono tutti negativi, i personaggi femminili salvo alcuni casi sono le donne legate al potere, Erodiade e la madre dei figli di Zebedeo le donne sono tutte positive. In una società dove le donne erano ritenute le più lontane da Dio, nei vangeli alle donne è attribuito il ruolo degli essere più vicini a Dio, cioè il ruolo egli angeli, annunciatori di vita, oggi festa della donna perché il mondo governato da noi maschi è quello che è, adesso speriamo che anche e soprattutto la Chiesa arrivi il momento delle donne; allora l’augurio per tutte le donne. L’applauso copre la voce di Alberto. La tematica di questa mattina …, abbiamo parlato del peccato, abbiamo visto come Gesù cambia l’ottica del peccato, non più un’offesa dell’uomo a Dio ma quello che offende l’uomo. Perché con Gesù Dio si è fatto uomo e quello che determina il giudizio dell’uomo non è il rapporto che hanno avuto con una divinità ma il rapporto avuto con i suoi simili. Quindi per Gesù la preoccupazione non è tanto l’offesa a Dio, perché Dio non si offende, ma quello che offende gli uomini. Ma concretamente come si comporta Gesù con quelli che vengono considerati peccatori? Lo vediamo questa mattina con la lettura del vangelo di Marco dove l’evangelista tratta quest’argomento e anticipa e ci prepara al momento più importante di questi incontri il momento della celebrazione Eucaristica, che non è un semplice rito, ma è un’esperienza di vita che può incidere profondamente nella nostra esistenza perché al Signore non interessa come entreremo in questa sala, interessa soltanto come poi usciremo e l’esperienza di questi 21 anni di incontri mi fa dire con certezza che durante la celebrazione Eucaristica avvengono autentici miracoli. La gente si sente come il Signore è presente e arriva al cuore di tante, tante persone, persone che da tanti anni non si avvicinavano più all’Eucarestia, adesso si accostano; persone che erano incrostate da rancori e risentimenti e si sciolgono nel perdono. Ecco allora fin da adesso ci prepariamo a questo momento che può cambiare in maniera profonda la nostra vita (.?.) perché il Dio di Gesù non assorbe le nostre energie, ma ci comunica le sue; il momento privilegiato di questa comunicazione di energie da parte di Dio è proprio l’Eucarestia. Vediamo il vangelo; il vangelo di Mc. Si apre con l’immagine di un personaggio importante Gesù afferma che è il più grande nato da donna Giovanni Battista allora nel cap. 1 del vangelo di Marco versetto 4) Si presentò Giovanni il Battista, già conosciuto il suo nome come predicatore, …nel deserto, perché nel deserto? Giovanni è figlio di un sacerdote, Zaccaria, e il figlio primogenito del sacerdote doveva seguire l’attività del padre, quindi Giovanni all’età di 18 anni doveva presentarsi al tempio di Gerusalemme per essere esaminato, che non avesse nessuno dei difetti che impediscono ad un uomo di compiere l’attività di sacerdote, essere nominato sacerdote e iniziare il suo servizio al tempio, ma Giovanni non segue la linea del padre, fa qualcosa di nuovo. C’è, nel vangelo di Luca, una indicazione preziosa che va capita per comprendere meglio la novità
portata dai vangeli; quando l’angelo va da Zaccaria per la nascita del figlio gli dice: <per condurre il cuore, ricordo che il cuore non è la sede degli affetti ma la mente, la coscienza, il cuore dei padri verso i figli >, l’angelo sta citando il profeta Malachia, che prosegue <.e il cuore dei figli verso i padri>. Quindi per il profeta Malachia l’arrivo del Messia doveva citare l’antico con il nuovo e il nuovo con l’antico l’angelo Gabriele non è d’accordo, quando annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni dice: lui è qui per condurre il cuore dei padri verso i figli, e quello dei figli verso il padre? No! è l’antico che deve sforzarsi, cambiare per accogliere il nuovo e non il nuovo l’antico. Quello che è antico è vecchio e va lasciato alle spalle: questa la novità, la novità che Giovanni incarna nella sua vita, no! Non segue la tradizione dei suoi avi, non sarà sacerdote come il padre nel tempio, ma va nel deserto, perché? Perché lui è pieno di S.S. e la parola di Dio è scesa su di lui, è un uomo, Gesù dice, più grande nato da donna perché l’uomo pieno di Spirito, l’uomo di Dio si allontana dalle istituzioni religiose, dove Dio è considerato un nemico, un ostacolo alla sopravvivenza della casta sacerdotale al potere. Quindi Giovanni Battista non sceglie di andare a Gerusalemme, la santa sede del tempo, ma va nel deserto, proclamando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati: che cos’è il battesimo? Il verbo battezzare non aveva a quel tempo il significato tecnico che poi prenderà con il cristianesimo, ma battezzare significava “immergere, affondare” e nei testi greci si legge che una nave fu battezzata, non era certo un sacramento, significava che la nave era affondata, Quindi questo battesimo era un rito conosciuto, che si compiva in questo modo: si conduceva una persona che in qualche maniera aveva cambiato la sua condizione di vita, in un corso d’acqua, lo si immergeva tutto dentro l’acqua, moriva quello che era stato fino quel momento e poi emergeva questa persona nuova. Per esempio uno schiavo, se gli veniva data la libertà, si battezzava, moriva lo schiavo e emergeva l’uomo libero: quindi il battesimo è un segno di rottura, di morte con il proprio passato e l’inizio di una vita nuova. Allora Giovanni nel deserto proclama questo segno di morte al passato e di inizio di vita nuova come segno di conversione. Conversione nella lingua greca si scrive in due maniere; una è la conversione religiosa, cioè il ritorno a Dio, il ritorno ai riti, alla preghiera, alla liturgia; non è questo quello che predica Giovanni Battista e non è questa l’espressione adoperata dagli evangelisti.

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Pubblicato da Gioacchino La Greca

Sono nato il 27 novembre 1958, in un piccolo centro della provincia di Agrigento, la terra cara agli dei immortali che Pindaro descrisse come coloro che vivevano giorno per giorno come se dovessero morire l'indomani e costruivano come se dovessero vivere in eterno. Sono un medico, esercito in una cittadina centro agricolo un tempo prosperoso famoso per il prodotto DOP UVA ITALIA, per i vini, e per il barocco. Il mio blog è la raccolta estremamente varia di ciò che penso, facoltà che mi avvalgo di usare anche a mio discapito, messo per iscritto per non disperdere nel tempo il valore del pensiero che ognuno di noi coltiva dentro e che non può andare ad annullarsi nell'eterno mistero dell'essere. Ma che abbiamo l'obbligo di passare alle generazioni future come patrimonio spirituale.